“ I read once that the ancient wisemen believed that there was a tiny bone in the body, indestructible, on the end of the backbone. It’s called Luz in Hebrew, and it doesn’t decompose after death or burned in the fire. From there, from that tiny bone, the man will be recreated at the resurrection of the dead. So for a while I made a little game: I was trying to guess what was the luz of people I knew. I mean, what was the last thing it would have remained of them, impossible to destroy, and from which they would be recreated. Obviously I tried to find mine too, but nowhere fulfilled all the conditions. So I stopped looking for him. I declared missing until I saw it in the schoolyard. Immediately that idea has awakened in me and with her the thought arose, crazy and sweet, that maybe my luz is not in me, but in another person. ”
David Grossman ” Be my knife”
Ph. Isabò
” Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all’estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell’ossicino, l’uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l’ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L’ho dichiarato disperso finché l’ho visto nel cortile della scuola. Subito quell’idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un’altra persona.”
David Grossman “Che tu sia per me il coltello”