A new look from Milano fashion week, which gave me a lot of satisfaction but that left me with a bad taste in the mouth of one who sees a thing gone wasted.
And when the thing that is wasted is the same fashion week bitterness becomes heavier. Needless to deny, repress or suppress this thought, Milan has lost much of its iconic and exclusive allure. I don’t want to dwell much on those who enter the shows uninvited, because personally I find this a lack of respect towards fashion itself… If you have the invite you enter and if you don’t have an invitation in the year you will work hard and hard to get it to the next season. Moving on to those who, even if they have a place in the fourth row maybe they sit in second after making photos on the front row. I find that there is pride and happiness if that place is rightfully yours but usurp it in order to make it appear to others that you was there is very unhappy.
Another thorny issue become the standing. Some press offices do get dozens of standing, creating a veritable human wall of people huddled jostle, that if one of them inadvertently stumbles made a domino effect on others. The question is, why certain press offices create a list of standing higher than that of those who have a seat? For fear that the catwalk has little audience? Would not it be better to have people sitting neatly in their seat and a limited number of standing that they can also see the show in a dignified way?
Invitations to events, presentations and fashion shows are not due and should be received with gratitude by those who receive them. For those who really love the fashion, being able see a preview of the new collections, touch the fabrics, admire the hurry backstage moments leading up to the parade and then be able to write and talk about it is pure emotion, is adrenaline, is the lifeblood. Because if the goal is just to say I was There, then change job to not tarnish the work of others.
The fundamentals are respect, professionalism and seriousness. Always. And love, unconditional love for what you do. You have to look at the quality and not the quantity, it is true that the important thing is to be there but it also depends on Where you are. Important is to be in an exclusive and elite place, not very important to be in a place where everyone goes, there is anyone, is commercial, and they invite you just to make up the numbers not because of your personality.
I was disappointed with what I saw in Milan and I have not seen absolutely in Paris. Soon I will publish a comparative on the fashion week in Milan and on the one in Paris, in which I participated.
I deeply love my country and I am proud to be Italian, but something has to change dramatically and if it does not change … It means that those who really love the Italian fashion remained in very few.
Carolina
Un nuovo look dalla settimana della moda di Milano, che mi ha regalato tante soddisfazioni ma che mi ha lasciato con l’amaro in bocca di chi vede una cosa sciuparsi.
E quando la cosa che si sciupa in questione è la stessa settimana della moda l’amaro si fa più pesante. Inutile negare, reprimere o sopprimere questo pensiero Milano ha perso molto del suo allure iconico ed esclusivo. Non mi voglio soffermare molto su coloro che entrano alle sfilate senza invito riuscendosi a imbucare, in quanto questo lo trovo personalmente una mancanza di rispetto verso la Moda stessa… Se hai invito entri e se non hai l’invito durante l’anno lavorerai sodo e duramente per ottenerlo alla prossima stagione. Passando poi per coloro che anche se hanno un posto magari in quarta fila si siedono in seconda dopo essersi fatti fare le foto di rito sul front-row non loro. Trovo che ci sia orgoglio e felicità se quel posto spetta di diritto ma usurparlo per far credere ad altri di essere lì è molto infelice.
Altra questione spinosa diventano gli standing. Alcuni uffici stampa fanno entrare dozzine di standing, creando un vero e proprio muro umano di persone accalcate che si spintonano, che se uno di essi inavvertitamente inciampa fa effetto domino sugli altri. La domanda sorge spontanea, come mai certi uffici stampa creano una lista di standing più elevata di quella di chi ha il posto a sedere? Per paura che la sfilata abbia poco pubblico? Non sarebbe meglio avere persone ordinatamente sedute nei propri seat e un numero contenuto di standing che possano vedere anche essi in maniera decorosa la sfilata a cui sono stati invitati?
Gli inviti a eventi , presentazioni e sfilate non sono dovuti e dovrebbero essere accolti con gratitudine da chi li riceve. Per chi ama davvero la Moda, poter vedere le nuove collezioni in anteprima, toccare con mano i tessuti, ammirare nel backstage i concitati attimi che portano alla sfilata e poi poterne scrivere e parlarne è emozione allo stato puro, è adrenalina, è la linfa vitale. Perché se lo scopo è solo dire Io C’ero, allora cambiate mestiere per non infangare l’altrui lavoro.
Le basi fondamentali sono il rispetto, la professionalità e la serietà. Sempre e comunque. E amore, amore incondizionato per ciò che si fa. Bisogna guarda la qualità e non la quantità, è vero che dicono che la cosa importante sia Esserci ma dipende anche Essere Dove. Importante essere in un ambiente esclusivo e d’élite, non molto importante è essere in un posto dove va chiunque, c’è chiunque, commerciale, per fare numero e basta e a cui non importa nulla della tua personalità.
Mi ha deluso ciò che ho visto a Milano e che non ho visto assolutamente a Parigi. A breve pubblicherò una comparativa sulla settimana della moda di Milano e su quella di Parigi, a cui ho partecipato.
Amo profondamente il mio paese e sono orgogliosa di essere Italiana, ma qualcosa deve cambiare drasticamente e se non cambia… Vuol dire che coloro che amano realmente la moda italiana sono rimasti in molto pochi.
Carolina
I was wearing:
Mauro Gasperi little black dress
Paula Cademartori bag or shop! or shop!